16/04/2011 – The Hacker’s Corner
Open data e informazione: il mondo sta per essere sommerso di dati, i giornalisti sapranno dargli un senso?
il movimento per gli Open data, trainato dall’amministrazione Obama e dal governo inglese, sta rendendo disponibili sul web una mole di dati grezzi di proporzioni del tutto inedite. In Italia le istituzioni vanno a rilento, mentre nascono alcuni progetti per iniziativa dal basso (vedi Open Camera e Open Parlamento). Si tratta di dati in possesso dell’amministrazione pubblica che vanno dai bilanci alle statistiche, dai contratti agli appalti, e che grazie alla loro pubblicazione in formato aperto possono essere rielaborati e ripubblicati. Questa mole di dati richiede qualcuno che sappia interpretargli e dargli senso. Lo scandalo dei rimborsi ai parlamentari inglesi emerso grazie a dati resi pubblici su internet e rielaborati dal Guardian con il contributo dei suoi lettori online è solo uno dei tanti esempi recenti. Ai giornalisti sarà sempre più richiesto di fornire i dati alla base delle loro inchieste, di saperli integrare all’interno della narrazione giornalistica, di saperli visualizzare con infografiche intuitive, e di renderli riutilizzabili da altri. Cosa possono fare i giornalisti per arricchire la mole di dati pubblici? Come possiamo integrare gli strumenti per rielaborare i dati nel lavoro giornalistico? Quali competenze sono necessarie per entrare in questo campo?
- Ernesto Belisario presidente Associazione italiana per l’Open Government
- Diego Galli Radio Radicale
- Jonathan Gray Open Knowledge Foundation
- Sergio Maistrello giornalista esperto di new media
- Simon Rogers direttore Guardian Datablog e Datastore
In collaborazione con Radio Radicale