Google App Engine PHP Runtime ora disponibile per tutti

Google App Engine PHP Runtime

Google App Engine PHP Runtime oggi , dopo un periodo di prova limitato, è stato reso disponibile per tutti. Al Google I/O, all’inizio di quest’anno, hanno aggiunto PHP, il quarto linguaggio di programmazione per realizzare applicazioni in Google App Engine.

Non è più necessario per fortuna far parte della whitelist per sviluppare la nostra applicazione PHP su Google App Engine. PHP è oggi uno dei linguaggi di programmazione per il web più popolari al mondo. Dal momento che è stato lanciato al Google I/O all’inizio di quest’anno, migliaia di sviluppatori in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare App Engine per PHP, per eseguire software famosi fatti in PHP come phpMyAdmin , Drupal e phpBB e framework quali Laravel , Silex e CodeIgniter utilizzando anche le API di Google come Drive e Google+ su App Engine.

Uno dei primi utilizzatori di Google App Engine per PHP è stato VICE.com, con cui ci gestisce il blog principale. Riceve milioni di visitatori al mese, e gira su un CMS fatto in casa realizzato grazie al popolare framework PHP Yii. Dopo aver spostato completamente il tutto in Google App Engine sembra che siano davvero entusiasti, “E ‘nostro parere che Google sta costruendo la Platform as a service(PaaS) di nuova generazione”, ha dichiarato il CTO di VICE.com, Jesse Knight. Fin dall’introduzione del runtime PHP, Google ha fatto alcuni miglioramenti, tra cui:

Se si lavora nel cloud, è possibile creare, testare e distribuire il progetto dal browser utilizzando DevTable o CodeEnvy che sono degli IDE on the cloud 🙂 . Se si preferisce lavorare dal proprio desktop, ora è possibile lavorare a livello locale ed eseguire il debug e distribuire Google App Engine grazie all’ IDE JetBrain PhpStorm. Infine per concludere gli sviluppatori interessati a PHP ora possono creare un account in Google App Engine PHP Runtime e distribuire immediatamente le applicazioni PHP e volendo possono condividere le loro avventure con la comunità di Google+.

Voi l’avete provato?

Via googlecloudplatform.blogspot.it